Il milleunesimo garibaldino. Ermanno Cavazzoni, La Domenica del Sole 24 Ore.
Ho sentito dire che è l'anniversario dell'Unità d'Italia, anzi ho sentito dire che finalmente l'anniversario è finito e tutti si sono sfogati, per cui da dire ci sarebbe rimasto poco; e su quel poco sarebbe meglio soprassedere, casomai tenerlo per il duecento cinquantenario.
Però c'è un piccolo fatto che riguarda l'Unità d'Italia che nessuno ha notato o ha voluto notare; e più precisamente il piccolo fatto è accaduto durante l'impresa dei Mille, bellissima avventura sotto ogni aspetto; ma c'era uno dei mille, forse il milleunesimo, che non la pensava così. Non è un fatto che m'invento: prendete Abba (Cesare Abba, Da Quarto al Volturno, straordinario diario della spedizione), le due navi sono salpate da poco da Genova, l'impresa è appena cominciata, quando si sente gridare: «Un uomo in mare!». L'uomo, dice Abba, appariva già lontano, lottava con le onde; «Macchina indietro!»; viene calata una lancia, lo raggiungono, vien ripescato. «Dicono sia genovese». L'incidente accade il 6 maggio 1860. Poi le navi fanno sosta a Talamone in Toscana, e ripartono; e il 10 maggio, scrive ancora Abba, «uno dei nostri si è gettato in mare. Si dice sia lo stesso dell'altra volta». Allora non è stata una disgrazia! c'è qualcuno che per due volte si è voluto annegare. Lo ripescano, Bixio è furibondo per il tempo perso, gli tolgono i vestiti bagnati, poi lo chiudono in una cabina con una coperta addosso.
Ma come? Uno dei Mille, uno partito per questa enorme avventura, che nessuno aveva costretto, un volontario che voleva far l'unità d'Italia, per due volte si butta in mare pur di non andare oltre! Il fatto è raccontato anche da Bandi, ufficiale garibaldino, nel suo bel libro I Mille: «Un uomo in mare!», si ferman le macchine, viene calato un canotto, lo riportano a bordo, è lo stesso che si era buttato il primo giorno di navigazione; gli fanno vomitare tutta l'acqua che aveva bevuto. Dicono che non aveva il cervello sano, aggiunge Bandi, che voleva fuggire, «che si lagnava di certe visioni che gli balzavano dinnanzi agli occhi». Pure Garibaldi nelle sue Memorie lo cita, segno che la cosa ha impressionato tanti; Garibaldi dice che c'era un tale a bordo «che aveva la mania di volersi annegare», per due volte tentò di farlo, ma appena sentiva la freschezza dell'acqua, scrive Garibaldi, cambiava idea e nuotava come un pesce verso i soccorritori. (Continua).
Nessun commento:
Posta un commento