Il milleunesimo garibaldino- II parte- (Ermanno Cavazzoni, La Domenica del Sole 24 Ore)
Alexandre Dumas nella sua cronaca della spedizione (Les garibaldiens, 1861) riferisce che questo tale si getta addirittura tre volte, «– È vivo? – domandano cinquecento voci. – Vivo! – risposero dalla lancia. – Bravi – urlò Garibaldi – se fosse annegato sarebbe stata una jettatura». «Non m'invento nulla», sono le parole di Dumas, il grande scrittore; sul numero forse esagera un po'. Ma tre volte o due volte, più o meno come si vede le fonti concordano. Garibaldi dimostra un leggero cinismo. Bandi dice che aveva due grandi occhi da spiritato, lo chiama pazzacchione. Può darsi lo fosse. Però si viene a sapere che il primo tuffo lo effettua quando si scopre che a bordo ci sono mille fucili ma non ci sono le cartucce, neanche una, non sono state imbarcate, e non c'è neanche carbone bastante per arrivare in Sicilia. Com'è possibile? Voi direte. Beh, è l'approssimazione italiana, che si rivela fin dalle origini. Bandi dice che quel tale si butta perché «non aveva cuore» di affrontare i nemici. Io dico che affrontare i nemici senza cartucce… non so, l'approssimazione in questo caso forse è un po' troppa; ci vuole una gran fantasia partir per la guerra con i fucili scarichi, come fossero fucili per finta; a quel punto con mille scope da cavalcare si poteva inventare un'armata di cavalleria, magari i borbonici si impressionavano, essendo napoletani, cioè notoriamente dei fantasiosi; magari scappavano, anche magari solo per il fatto di veder mille uomini adulti su delle scope e con delle apparenze di schioppi, Garibaldi in queste astuzie era un mago, nel far credere quel che non era, perciò è sempre rimasto simpatico, il contrario di un generale prussiano, che calcola tutto, ma poi il mondo non coincide col calcolo. Però nel caso delle cartucce era stato Garibaldi per la verità a esser fregato; le aveva regolarmente pagate, dicono avesse tirato sul prezzo, e i contrabbandieri di Genova non le hanno consegnate, e, dice Bandi, nel trasportarle dallo scoglio di Quarto alla nave, in quel poco tratto di tempo, avevano trovato un altro a cui venderle. Doppio profitto. È incominciata così l'Unità d'Italia, con un giro di piccole truffe. Quindi se c'era a bordo una mente razionale, che vedeva l'impresa con occhio lucido, io credo che si sarebbe gettato; tenuto anche conto che senza carbone non si va lontano, anzi si naufraga, o si è preda delle navi nemiche. Garibaldi dice che sarebbe stata una jettatura. (Continua).
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