12 dicembre 2011

Padova: "La città più pericolosa d'Europa cap.1"


Padova è stata per lungo tempo la città più pericolosa d’Europa.
Una città caldissima, funestata da scontri fisici e pestaggi pressoché quotidiani, uso di armi improprie e bottiglie incendiarie, fra militanti di destra  e della sinistra extraparlamentare che si contendevano il controllo del territorio.
Nel 1975 Roma decide che la misura sia colma e assegna il super magistrato Pietro Calogero (celebre per aver condotto le indagini sulla strage di Piazza Fontana) alla Procura patavina, nel disperato tentativo di quietare la situazione.
Al suo arrivo in Veneto il pm si trova nel mezzo di una vera e propria guerra che vede schierate contro: organizzazioni della sinistra extraparlamentare quali Brigate Rosse e Autonomia Operaia (nata da una costola di Potere Operaio), gruppi deviati dell’MSI, accusati di stare tentando di ricostituire il disciolto Partito Fascista e forze dell’ordine.
Il progetto di Autonomia Operaia e del suo capo, il professore padovano Antonio “Toni” Negri, e delle altre organizzazioni della sinistra extraparlamentare era naturalmente quello eversivo; il sovvertimento dello Stato e delle Istituzioni attraverso la diffusione di un clima di violenza e paura collettive che rendesse le condizioni infine favorevoli per una insurrezione proletaria armata.
La violenza come arma politica in vista della rivoluzione.

L’Università
Il centro organizzativo della maggior parte degli atti violenti e del terrorismo di massa a Padova sono i Collettivi Politici che per ragioni di sicurezza usano sigle differenti in relazione ai diversi ambiti d’intervento.
All’Università agiscono, ad esempio, il Comitato di Agitazione e il Comitato di Lotta.
Le facoltà più colpite sono quelle umanistiche: Scienze Politiche, Lettere e Magistero.
Scienze Politiche, soprattutto, assume ben presto il titolo di “centro rosso”, dato che al suo interno esiste una facoltà parallela e occulta, aperta solo agli aderenti ai nuclei armati, nella quale i futuri militanti vengono indottrinati dai professori compiacenti.
A Magistero e Lettere i bersagli privilegiati sono Guido Petter, direttore del corso di laurea in Psicologia, e Oddone Longo, preside al Liviano.
Longo è comunista, Petter è stato partigiano combattente.
Magistero è stato più volte occupato e devastato; Petter si è sempre opposto all’arroganza degli autonomi, tanto che in un anno, dietro sua spinta, vengono annullati 130 esami “collettivi”, svolti sotto pesanti intimidazioni.
Nel maggio ’78 Petter stacca dall’atrio di Magistero un avviso che lo minaccia; quello stesso pomeriggio un gruppo di studenti scardina la porta del suo studio, irrompe, lo spinge, volano calci e sputi, qualcuno gli tira la barba.
Seguono attentati alle case di tre docenti solidali con Petter, un quarto viene sequestrato e pestato in facoltà.
Poi tocca a Longo: una molotov contro la porta di casa. Anche lui è uno dei pochi che si oppongono agli autonomi; nell’atrio della sua facoltà è stato da poco gambizzato un professore, Riondato.
Nel ’79, dopo il rifiuto di promozioni garantite i collettivi occupano Psicologia. Quando se ne vanno lasciano scritto sulle lavagne: “Petter fai fagotto o ti mettiamo in una cassa da morto”.
Magistero chiude due settimane; quando riapre viene nuovamente occupata.
Sono imminenti le elezioni universitarie, nelle facoltà “calde” compaiono le scritte: “Non votate, sparate”.
Mentre rincasa Petter viene aggredito e brutalmente pestato con martelli e chiavi inglesi.
Una settimana dopo l’azione si ripete, identica, contro Longo.
Ancora all’inizio dell’80 Petter viene sequestrato due volte in facoltà, in un’occasione imbrattato con dello spray rosso.
Quindi tocca ad Angelo Ventura, docente di Storia Moderna, un socialista che si oppone fermamente ad Autonomia Operaia.
Alle minacce subentrano i sequestri: quattro ai suoi danni. L’ultima volta è liberato solo dopo umilianti trattative con gli autonomi da parte del preside della facoltà.
Dopo poco una bomba al tritolo rivendicata dai Proletari Comunisti Organizzati scardina l’ingresso della facoltà.
Una lista di nomi viene affissa all’atrio con la frase: “Siete già stati condannati”.
Ventura viene gambizzato alla fine del ’79. L’azione viene rivendicata dal massimo livello militare dei collettivi: il Fronte Comunista Combattente.

Lorenzo Innocenti

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